Con la decisione, presa il 9 maggio ma resa nota ieri, la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha stabilito che l’attività di predicazione porta a porta, svolta senza il preventivo ‘consenso informato’ delle persone interessate, comporta la creazione di un archivio di dati personali e viola il GDPR e il diritto alla privacy. Si tratta di un precedente importante nella tutela della privacy: da oggi in poi, non solo i Testimoni di Geova ma qualsiasi predicatore che intenda svolgere la propria attività evangelica porta a porta dovrà ottenere il consenso informato delle persone interessate prima di procedere.