Usando questo sito, dichiarate di aver letto il Disclaimer e le norme sulla Privacy.

Un archivio del blog, con tutti i post fino ad oggi pubblicati, elencati per mese, lo trovate in fondo alla colonna centrale.

“Non c’è nulla di male se una persona cerca di confutare gli insegnamenti e le pratiche di un gruppo religioso che ritiene in errore”.
(Svegliatevi! 8 settembre 1997, pagina 6)

"Nessuno dovrebbe sentirsi obbligato a seguire una forma di adorazione che considera inaccettabile o a scegliere fra le proprie credenze e la propria famiglia." (Svegliatevi! Luglio 2009 p.29)

venerdì 6 ottobre 2023

Manifestazione a Roma il 31 ottobre 2023



Ho ricevuto via email questa comunicazione che pubblico di seguito:


INVITIAMO TUTTI ALLA MANIFESTAZIONE DEL 31 OTTOBRE 2023 A ROMA. Comunicato del gruppo “Amici liberi da JW”

BE FREE 2023, è questo il titolo della manifestazione che si terrà il 31 ottobre 2023 dalle 14 alle 19 a Roma in Piazza dei Santi Apostoli, dove i partecipanti, provenienti da tutta Italia, con un presidio pacifico, si confronteranno con i cittadini. Lo scopo è quello di informare le persone e il mondo politico su cosa significhi aderire alla religione dei Testimoni di Geova e cosa possa comportare uscirne.

Il mondo dei Testimoni di Geova è riservato, un ambiente chiuso, dal quale trapelano poche notizie; per questo non tutti sanno che, ad esempio, chi viene disassociato o si dissocia dalla Congregazione può incappare in una moltitudine di problemi. Primo tra tutti è l'ostracismo, che viene applicato dagli ex "fratelli" nei confronti di chi esce. Il fuoriuscito si trova di punto in bianco privato dei suoi affetti più cari, della sua famiglia e senza amici, in quanto tra le altre cose i Testimoni di Geova suggeriscono di coltivare amicizie solo all'interno della Congregazione. I figli, se maggiorenni, possono essere allontanati dalla casa dei genitori rimasti nella fede e possono essere anche compromessi i rapporti di lavoro tra un ex Testimone e il proprio datore di lavoro ancora nella Congregazione.

Moltissimi i Testimoni di Geova ancora all'interno della Congregazione che non trovano il coraggio di uscirne, ben consapevoli di questa ostracizzazione, che ha portato in certi casi alcuni ex aderenti a cadere in depressione e a volte a compiere atti estremi. Sono stati fatti dei tentativi a livello legale.

RIPORTIAMO UNA TESTIMONIANZA

Giampaolo vive a Bastia Umbra e proviene da una famiglia dove tutti sono dei Testimoni di Geova. Fin dall’età di sei anni fu educato al rispetto rigoroso di tutti i dettami di quella religione. A causa della sua fede religiosa, ha fatto molte rinunce di vita , sia dal punto di vista lavorativo che affettivo. Ha sentito di vivere in un sistema coercitivo quando fu messo in discussione, dagli anziani della sua congregazione, il suo diritto a esprimere liberamente un pensiero che in quel caso specifico venne identificato come “politico”, infrangendo quindi la norma della assoluta neutralità imposta ai Testimoni di Geova che in osservanza di essa non possono esercitare nemmeno il diritto/dovere del voto. Questo fatto lo portò a interrogarsi sulla vera natura del movimento religioso in cui era cresciuto, iniziò a fare ricerche e studi più approfonditi per arrivare alla conclusione che non voleva identificarsi più come Testimone di Geova, né dal punto di vista dottrinale e tantomeno da quello sociale di appartenenza. La conseguenza di questa sua scelta fu quella inevitabile a qualsiasi persona che, dopo essersi convertito alla religione dei Testimoni di Geova, faccia la scelta di uscire da quella organizzazione. Suo padre e i suoi fratelli per primi hanno troncato qualsiasi rapporto con lui, fino al punto di non avere più alcun contatto, neanche telefonico e nemmeno quando fu sottoposto a un intervento chirurgico. Praticamente viene considerato come morto. Stesso trattamento ha ricevuto dai tanti Testimoni di Geova, con i quali aveva coltivato amicizie di tutta una vita.

A causa di questa situazione Giampaolo sente che manca qualcosa di veramente importante alla sua vita, si sente perso perché gli manca moltissimo la sua famiglia e sa che i suoi fratelli si comportano così solo perché quello è il comportamento imposto dall’ organizzazione di cui fanno parte.

Giampaolo considera la sua esperienza con i Testimoni di Geova molto deludente e la sua conclusione è che hanno avuto il potere di rovinargli la vita.

Il gruppo accoglie coloro che sono fuoriusciti o vorrebbero farlo, aiutando coloro che psicologicamente sono più provati, a ricominciare a vivere serenamente. Inoltre una delle principali missioni sarà quella di fare informazione e divulgazione di come si svolge realmente la vita all'interno della Congregazione dei Testimoni di Geova e di fare luce e chiarezza su molti aspetti di questa religione, che chi non ha mai vissuto sulla propria pelle non può conoscere.
Un appuntamento importante, dopo oltre 10 anni, al quale chiunque può partecipare, anche chi non ha mai conosciuto questa religione e le sue imperfezioni e desideri farne conoscenza. Uno dei punti oscuri che verranno illustrati e di cui si parla poco è, per esempio, l'ombra della pedofilia all'interno dell'associazione dei Testimoni di Geova, così come in altre confessioni religiose, reso evidente dalle molte indagini e anche da diverse sentenze in diverse nazioni del mondo.
Qualcuno si chiede perché si è scelto un giorno lavorativo, meno accessibile di uno festivo. La ragione è che il 31/10 è una data simbolica molto significativa per noi ex-Testimoni di Geova in quanto quel giorno coincide con l'anniversario della morte di Charles T. Russell, fondatore della Torre di Guardia e dell’organizzazione religiosa che ha avuto un'influenza tanto negativa sulle nostre vite. Proprio questa è stata la data scelta dai nostri amici in USA, da cui è partita l'iniziativa BE FREE 2023, la manifestazione che si terrà a Washington, davanti la Casa Bianca e a cui ci stiamo affiancando.
Vi aspettiamo, siate numerosi! Sarà un'ottima occasione per far sentire la nostra voce. Non mancate!

AMICI LIBERI da JW

inviato da Ileana Mortari

_________________

Articolo sull'Ostracismo di Ileana Mortari

IL FAMIGERATO  OSTRACISMO, UN  PROVVEDIMENTO DISUMANO

di Ileana Mortari il 20-9-23

A cominciare dal 1952, il Corpo Direttivo della W.T. stabilì in modo formale la disposizione di disassociare, cioè di espellere dalla congregazione, i peccatori impenitenti, vale a dire coloro che commettono gravi peccati senza pentirsi. La disposizione è così definita: << “Azione giudiziaria di scomunica o disassociazione dei trasgressori da una comunità o organizzazione.……..”

E’ un provvedimento preso per salvaguardare la purezza dottrinale e morale dell’organizzazione, che deve rimanere pura e conservare il favore di Dio per poter essere da lui impiegata a rappresentarlo”. (Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. 1 p.868)   

“Lo scopo, nell'ambito di una disciplina scritturale indubbiamente dura, è quello non di punire [che sarebbe lo scopo dell'ostracismo fine a se stesso], ma di salvare colui che, col peccato, ha momentaneamente interrotto la sua relazione con Dio (1 Cor. 5:5) e di proteggere la congregazione, che ha il sacrosanto diritto di proteggersi e ciò vale anche per i dissociati o verso chi cerca di sovvertire la fede dall'interno”.  (1 Cor. 5:6 : 2 Tim. 2:17-18 ; 1 Tim. 1:20 ; Tito 3:10-11).>>

<< E se il TdG è così risoluto e coraggioso da lasciare la setta, incorrerà in dure sanzioni: "I membri della Congregazione non gli stenderanno la mano e non gli diranno nemmeno "Ciao, o arrivederci" ... Se il dissociato tenta di parlare ad altri nella Congregazione, essi dovranno allontanarsi da lui" >> ("Torre di Guardia", 15.12.1963).

Purtroppo, una delle ragioni più frequenti di disassociazione è l’apostasia (vale a dire l’abbandono volontario della propria religione) “che costituisce una ribellione contro Dio e un rifiuto della sua Parola di verità” (Perspicacia vol. 1, pp. 159-160). Va detto che non si tratta di “rifiuto della Parola di verità”, in quanto tale, ma delle spiegazioni “pro tempore” che il Corpo Direttivo impartisce, dal momento che esso è l’unico interprete autorizzato delle Scritture.

Anche a prescindere dal fatto che questo provvedimento è una palese violazione del “diritto di critica”, tipico delle democrazie, credo che non sia accettabile, e tanto meno giustificabile, il comportamento obbligato verso le persone espulse: “[Cessate] di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo”. (1 Corinti 5,11)  “Non ricevete in casa [chi non rimane nell’insegnamento del Cristo] e non rivolgetegli un saluto. Poiché chi gli rivolge un saluto partecipa alle sue opere malvage” (2 Giovanni 9-11). Le suddette indicazioni di comportamento sono secondo i TdG le “basi scritturali” della disassociazione, ma si tratta di passi interpretati in modo palesemente erroneo, come può dimostrare qualsiasi biblista, e dunque tratte indebitamente dalla Bibbia.

1°-“[Cessate] di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo”. (1 Corinti 5,11). Qui  Paolo dice di limitare l’associazione con cristiani (fratelli) che praticano il peccato, non di evitarli in assoluto; ma soprattutto fa riferimento a un grosso problema di moralità che c’era nella comunità di Corinto, grande città dell’epoca, crocevia di culture e religioni assai diverse e NON  NOMINA AFFATTO L’APOSTASIA, che come noto è una delle cause più frequenti di disassociazione. Inoltre “non mangiando nemmeno con tal uomo” non significa non pranzare o cenare [con i cosiddetti “apostati”], ma secondo una 1° interpretazione si riferisce alle agapi fraterne che i cristiani erano soliti fare periodicamente, e nel corso delle quali si celebrava la “cena del Signore”, cioè l’Eucarestia, momento liturgico sacro e fondamentale, cui non potevano partecipare i peccatori gravi; secondo un’altra interpretazione, Paolo proibisce di cenare assieme a quei fratelli che vivono apertamente e continuamente nel vizio e nel peccato; e anche qui il riferimento è AL SOLO CAMPO MORALE.

2° - Riguardo a chi “non rimane nell’insegnamento del Cristo”, si legge: “Non ricevetelo in casa e non rivolgetegli un saluto. Poiché chi gli rivolge un saluto partecipa alle sue opere malvage”. (2 Giovanni 9-11).  Questo passo si riferisce all’anticristo; c’erano alcuni che spacciavano per insegnamento dell’apostolo-evangelista Giovanni quello che non lo era e chi li ospitava contribuiva al diffondersi di idee sbagliate. Il passo si riferisce SOLO A QUESTO e non va applicato a tutti i tipi di peccato, compreso quello di “apostasia”, come viene fatto dalla WT, che ignora totalmente l’esegesi biblica. La WT addirittura utilizza questo singolo passo per sostenere che non si deve dire neppure “ciao” ad un disassociato.


 Ora, a fronte di provvedimenti con base biblica artefatta, volti unicamente ad eliminare chi non si adegua alla morale e al Pensiero unico della Congregazione, ecco un esempio di come può essere l’esperienza di disassociati. << Ci sono persone che dopo la fuoriuscita sono in condizioni misere, spesso sono indebitati e non hanno alcuna formazione professionale. Molti non hanno neppure provvedimenti di ordine pensionistico né sanitario. Entrare in un culto all'età di 17 anni e uscirne dopo i 50, vuol dire privarsi di una buona parte della vita, vedersi scippare gli anni migliori, l'età in cui ci si interroga, ci si dedica agli studi, al lavoro e alle relazioni sociali: anni preziosi che non torneranno più. A noi ex affiliati appare evidente che, quale che fosse il bisogno che ci aveva spinti in quella aggregazione, questo di certo non è stato soddisfatto dall'adesione al culto.>>    Patrizia Santovecchi, I culti distruttivi e la manipolazione mentale, EDB, p.78


CONCLUDO con una considerazione a mio parere rivelatrice: << Le regole della Watchtower inducono gli adepti a isolarsi dalla famiglia non TdG e dai parenti fuoriusciti, facendo credere loro che la famiglia ora sono i confratelli nella fede; poi, quando gli adepti si trovano in difficoltà, le stesse regole della Società indicano che ad aiutarli in modo pratico e economicamente ci devono pensare i familiari di sangue, gli assistenti sociali e i contributi statali, perché i confratelli tdG sono tenuti ad aiutarli solo spiritualmente con visite pastorali....... >>   Padre Stefano Greco, sua pag. fb, 20-7-20. No comment.






________________




se desiderate scrivere all'autore del blog:




Stai leggendo questa pagina da un cellulare?




ARCHIVIO

.

Indice Archivio blog