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venerdì 1 novembre 2019

Saulo di Tarso: un libro da considerare


Francesco Esposito è l’autore de “Il Cristianesimo: un’invenzione di San Paolo“, edito dalla UnoEditori. Un saggio che ripercorre l’opera di Paolo di Tarso, ovvero San Paolo. Insieme all’autore andremo alla scoperta di un personaggio dai contorni assai misteriosi e poco “cristiani”.




Buongiorno Francesco. Qual è il motivo che ti ha spinto a scrivere questo libro?

Prima di tutto per informare. A sedici anni, vista la mia formazione prettamente cattolica, affascinato dalla lettura de “Le Confessioni” di Agostino d’Ippona e del mondo ecclesiastico in generale, avevo deciso di iniziare una formazione specifica per diventare diacono. Ovviamente non mi sono limitato ai semplici testi che mi venivano offerti da chi insegnava in seminario, ma ho iniziato uno studio completo delle origini del cristianesimo facendo un semplice ragionamento: per rispetto mio, e di chi in futuro mi ascolterà, ho il dovere di conoscere il fondamento storico di quella che è la mia religione. Iniziando ad entrare nel profondo, studiando non solo i testi di accademici laici e religiosi, ma anche i testi degli autori patristici dei primi tre secoli, scoprii che la verità storica era profondamente diversa da come veniva insegnata alle famiglie durante le celebrazioni della Domenica. Questa consapevolezza di un effettivo spaccato fra “versione per le famiglie” e “versione per gli studiosi” mi ha allontanato da quella che poteva essere la mia aspirazione, ma non dallo studio attento, profondo e rispettoso dei testi. Purtroppo l’esistenza di questo “spaccato” è ignorato dalla maggior parte di chi si professa cristiano credente e praticante, ed è per questo che ho deciso di mettere su carta le mie conoscenze.

Qual è stato il tuo percorso di studi?

Diversamente da quello che si può pensare non ho fatto il liceo, ma mi sono diplomato come ragioniere commerciale e programmatore. Ma poco più che quindicenne, grazie anche alla mia professoressa di Storia e Letteratura che mi ha fatto conoscere “Il nome della Rosa”, rimasi affascinato sia dal mondo religioso (ho già parlato de “Le Confessioni) che da quello umanistico. Appena diplomato spesi l’intera estate studiando su un enorme manuale di filosofia riuscendo a passare i test d’ingresso per la facoltà di studi umanistici presso l’Università della Calabria, laureandomi dopo cinque anni in Scienze Filosofiche. E come è ovvio, durante questo percorso, non ho abbandonato di certo gli studi sul cristianesimo primitivo e la patristica antica, che mi accompagnano da quasi quindici anni.

Il tuo libro si basa principalmente su San Paolo. Puoi dirci chi è secondo la tradizione cristiana, e cosa rappresenta per i cristiani?

Iniziamo con il dire una cosa banale, ma che molti “disinteressati della Domenica” (quelli che si limitano ad andare a Messa) quasi certamente non sanno: non si hanno certezze sull’identità di Paolo. La figura di Saulo (o Shaul), conosciuto poi come Paolo di Tarso, è piuttosto ambigua. Fondamentalmente sappiamo di lui solo dalle lettere scritte di suo pugno (in totale sette, su quattordici presenti nel canone del Nuovo Testamento), dagli Atti degli Apostoli (scritti da Luca, la cui tradizione lo identifica come suo discepolo) e dalle testimonianze dei primi vescovi e padri della Chiesa già dalla fine del I secolo. Secondo la tradizione cristiana, Paolo è l’Apostolo dei Gentili, cioè l’uomo che ha avuto un mandato direttamente dal Gesù risorto per evangelizzare i popoli pagani (At 9, 1-9; At 22, 1-5; 2Cor 12, 1-5), e sempre secondo tradizione è accostato alla persona considerata l’autorità principe degli Apostoli, cioè Pietro. In definitiva Pietro e Paolo sono, secondo la tradizione cristiano-cattolica, il fondamento dell’opera evangelizzatrice, le colonne salde che si poggiano sulla base data da Gesù.

Ma chi è veramente Paolo?

Conscio del fatto che su Paolo non abbiamo certezze storiche evidenti, salvo le sette lettere accademicamente riconosciute come sue, mi affaccio al testo con profondo rispetto limitandomi a raccontare ciò che leggo. Chi conosce Mauro Biglino (che ha curato la prefazione del mio libro), conosce anche il suo metodo di studi: l’analisi letterale dei testi; perché l’unica certezza che abbiamo quando leggiamo un testo è proprio la sua lettura letterale. Leggendo le sette lettere di Paolo (Tessalonicesi, Prima e Seconda ai Corinzi, Galati, Romani, Filippesi e Filemone), allo stesso modo di come se leggessimo un diario, la figura dell’Apostolo dei Gentili si palesa in maniera chiarissima. Si presenta alla comunità apostolica come suo feroce persecutore, ma dopo una visione estatica rivendica un preciso diritto apostolico che non gli è mai appartenuto. Procede così con una sua personalissima opera di conversione fra i pagani, ma allo stesso tempo allontanando i giudei dalla loro tradizione ebraica. Dalla semplice lettura dei testi veniamo a conoscenza di profondi dissidi fra il suo piccolo movimento e la forte e radicata comunità gerosolimitana (gli Apostoli guidati da Giacomo, fratello di Gesù), a causa di una sua “rilettura, per non dire una riscrittura delle Scritture” (come scrive Giuseppe Barbaglio, uno dei massimi esperti italiani su Gesù ed il Cristianesimo primitivo). Una tale re-interpretazione delle Scritture ed un tale accanimento verso una certa branca del giudaismo vanno chiaramente a cozzare contro il tumultuoso periodo storico in cui Paolo scrive ed opera (ci troviamo nel cuore pulsante delle vicende messianiche e vicini al culmine delle Guerre Giudaiche). Lo stesso Paolo non si limita, inoltre, a rimettere in discussione parte del giudaismo introducendo elementi estranei alla cultura ebraica e provenienti dalla cultura greca (e cito gli studi di Antonio Pitta, docente di Nuovo Testamento alla Pontificia Università Lateranense, considerato uno dei massimi esperti di Paolo in Italia), ma ribalta il concetto puramente ebraico di Messia e di Regno di Dio (in questo caso saranno rilevanti gli studi di Mauro Pesce, fra i più conosciuti biblisti in Italia). Come scrivo anche nell’introduzione del mio libro, ho voluto iniziare dall’inizio. Molte volte, quando ci si approccia agli studi sul Nuovo Testamento lo si fa cominciando dai Vangeli, perché è così che la Bibbia presenta la serie di libri: Vangeli, Lettere Apostoliche e Apocalisse. In realtà i primi documenti cristiani storicamente riconosciuti sono le sette lettere di Paolo, e da qui è importante dover iniziare. Ovviamente le sole lettere non sono sufficienti senza una conoscenza quantomeno basilare del contesto storico di riferimento. Ed è per questo che prima di iniziare ad analizzare le sette lettere paoline descrivo quella che era la situazione politica e sociale della Palestina del I secolo. Nel mio libro vi sono riferimenti a Gesù (anche molto interessanti, soprattutto sulla mancata verginità di Maria), ma tendo ad entrare nello specifico con i suoi più stretti collaboratori, perché saranno questi, dopo la morte del loro maestro, che si confronteranno con lo stesso Paolo.

In definitiva, cosa introduce il tuo testo?

“Il Cristianesimo. Un’invenzione di ‘San’ Paolo” non vuole essere un libro di divulgazione scientifica, ma un lavoro semplice destinato a tutte quelle persone che, seppur spinte da curiosità, si sono sempre tenute lontane da questo genere di studi perché falsamente convinte della difficoltà di tale argomento. Persino la bibliografia è stata direzionata per questo preciso scopo, citando sì autori di peso, ma testi che possono essere facilmente reperiti da tutti e soprattutto in lingua italiana. Leggendo questo libro si scoprirà che la lettura dei testi biblici, e soprattutto il loro studio accurato, è molo affascinante, e può aprire un mondo completamente nuovo e soprattutto diverso da quella che è la tradizione ufficiale, che viene messa in discussione dalla semplice lettura del testo biblico.

(di Giulio Perrotta) 
________________
fonte: L'AltraPagina


altri link:

https://www.altrogiornale.org/paolo-di-tarso-un-apostolo-inventato/












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14 commenti:

  1. Ovviamente il "sanfedista" non aspetta altro che io pubblichi un post come questo!

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  2. L'armata meridionale del cardinale Ruffo,è ormai disgregata. Non cito versetti,contesti storici ecc,ecc. Emerge quì la bravura di un giudeo che s'inventa visioni mistiche, va in corto con gli uomini di Gerusalemme, s'inventa il peccato originale e poi stiamo ancora quì a disquisire sul cristianesimo,retaggio di una religione mediorientale, che proietta le sue credenze cercando di coinvolgere il mondo romano-ellenico e poi ci riesce con tutti i casini a seguire.

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  3. Davvero interessante! Devo leggere questo libro.
    P.s.: anche da tdg indottrinata ho sempre odiato l'apostolo Paolo

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  4. A proposito di peccato adamico ...notate le contraddizioni di queste 2 scritture ...Giovanni 9 v 3 ( in questa risponde direttamente Gesù ) e non parla di peccato adamico ma esalta quasi il peccato o una certa condizione come mezzo per dimostrare le opere di Dio........e Romani cap 5 versetto 12 ... ( in questa non cè più la sua presenza diretta di gesù , ma è paolo che racconta ) e menziona adamo come responsabile del peccato.

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    1. La domanda è se Paolo inventi un cristianesimo tutto suo oppure se le sue parole siano ispirate da Dio

      Considerando che...
      1)Gli insegnamenti di Paolo non ci azzeccano niente con quelli di Gesù. A cominciare dal togliere il saluto.
      C’è lo vedete Gesù non rivolgere la parola a qualcuno?
      Dal mettere a tacere le donne, cosa che Gesù fece l’opposto ma evidentemente il suo messaggio era ancora precoce

      2) soffermatevi su 1Co 7:40
      Quante altre volte avrà parlato “secondo la sua opinione”?
      E se nemmeno lui sapeva se era ispirato ....
      Direi che un “io PENSO di esserlo” non è sufficiente .
      Confrontate con Riv 1:1: Giovanni è ispirato, Paolo NON lo è.


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    2. Ciao Fenice, per rispondere alle tue domande sull'Apostolo Paolo ti consiglio la visione di un video a questo link: https://youtu.be/Hlv0KECQj3c È illuminante, chiarisce ogni questione che hai espresso. E smaschera Paolo per ciò che realmente era. Buona visione.

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    3. fenice ..ci ho pensato anche io a quella famosa frase: secondo la mia oppinione ..oppure: anche io penso di avere lo spirito santo....Paolo era talmente pieno di stesso.. che si permetteva di dire tutto ciò che gli veniva in mente,.... il resto lo hanno fatto chi ha ritenuto che fosse ispirato.

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    4. Riflessivo, si, infatti nel video viene analizzato anche questo aspetto del carattere di Paolo. Se non lo hai ancora fatto ti invito ad aprire il link https://youtu.be/Hlv0KECQj3c A me ha chiarito molto.

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    5. In 1Cor.7,40 Paolo ricorda, con una punta d'ironia, ch'egli come ministro di Cristo 1Corinzi 7:25; 2:16; 4:1; 14:36-38; 11:16, ha ricevuto ben più di altri una speciale misura dello Spirito di verità e di sapienza. Paolo non avrebbe convinto nessuno se le sue parole e le sue decisioni non fossero state accompagnate e confermate dalle manifestazioni dello Spirito Santo, di cui spesso si dimenticano i commentatori che vorrebbero demolire la sua figura. (1Corinzi 2,4 ... la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza. Se non fosse stato per questo, nè Paolo nè gli altri avrebbero mai convinto nessuno a seguirli.

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    6. Mario ...allora da quando è esistito l uomo sulla terra , bisognerebbe fare una lista di persone che hanno attratto altri a seguirli con i loro insegnamenti, e questo processo non si è ancora concluso...si chiama...carisma.

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    7. Parlando di Saulo di Tarso, sicuramente sappiamo che da buon giudeo vedeva la nascente Via cristiana come una minaccia apostata, tanto che approvava la lapidazione di Stefano.

      Come cittadino romano poteva essere benissimo un “agente segreto” dell’impero e con l’aiuto del sinedrio voleva annientare tutte le minacce che potevano compromettere la pacifica convivenza.
      Da qui l’idea di smembrare la nascente Via dalle radici, senza preoccuparsi di correre dietro alle persone poiché la cosa si stava allargando a macchia d’olio.

      E quale mezzo migliore che fingersi uno di loro e minare dall’interno la fede di ognuno?
      Sta di fatto che gli insegnamenti di Paolo, pur sembrando logici e semplici, in realtà complicarono e snaturarono il messaggio della Via, tanto che alla fine nacquero tante correnti diverse del cristianesimo.

      L’ agente segreto (ma quale apostolo? Quale spirito santo?) aveva svolto il suo lavoro ottimamente e i risultati furono e sono evidenti anche oggi. – Simon Pietro



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    8. Per risp a Mario e poi passo e chiudo ...

      Anche volendo prendere per buono i racconti biblici e i miracoli non se ne esce.
      Lo stesso Paolo disse che Sat si trasforma in angelo di luce.
      Quando Gesù parti disse che avrebbe mandato la SS, non che sarebbe riapparso in caso di bisogno.
      Quindi chi mi dice che la visione di Paolo non era appunto Sat travestito?
      Visto che alcuni suoi insegnamenti sono così diversi da quelli del cristo
      Alla fine è il buon senso che mi deve far capire che qualcosa non torna.

      E comunque caro Mario, non voglio screditare per forza la bibbia o i suoi insegnamenti. Ma leggi anche altro, in giro c’è di molto meglio.

      Le lettere sono incentrati sull’apparire piuttosto che sull’essere.
      Gli insegnamenti di Gesù sono incentrati sull’ego piuttosto che sul se profondo,
      non elevano una persona, non apportano nulla.
      Mi fanno ridere quelli che dicono non gettiamo il bambino con l ‘acqua santa. Ma quale bambino?!! Non c’è ne acqua ne bambino

      Ci sono personaggi antichi e moderni che con due frasi alla regola aurea in confronto sembra di vedere un bambino giocare con i lego e pensare di far venir fuori un castello.

      Puoi pensare che non è così. Che nulla supera gli insegnamenti di cristo.
      Ma ti assicuro che non è così. Lo posso affermare perché, ho avuto il DISPIACERE di avere un prima e un dopo.
      Prima ero TdG e mi sentivo in un modo, dopo ho imparato ad ascoltare anche altri e la mia vita è stracambiata in meglio.
      Quindi posso parlare perché ho fatto il confronto.
      Tu puoi dire altrettanto?

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    9. Fenice hai fatto un ragionamento molto intelligente,sono dei punti interessanti a mio avviso

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  5. Paolo era fulminato,
    e pure Falso profeta visto che aspettava il ritorno di Cristo quando era in vita,
    fu l'ideatore del FALSO peccato Adamico,
    Giovanni 9:
    1 Or mentre passava, vide un uomo cieco dalla nascita. 2 E i suoi discepoli gli chiesero: “Rabbi, chi ha peccato, quest’uomo o i suoi genitori, perché nascesse cieco?” 3 Gesù rispose: “Né quest’uomo né i suoi genitori hanno peccato, ma è affinché nel suo caso siano manifeste le opere di Dio

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