Usando questo sito, dichiarate di aver letto il Disclaimer e le norme sulla Privacy.

Un archivio del blog, con tutti i post fino ad oggi pubblicati, elencati per mese, lo trovate in fondo alla colonna centrale.

“Non c’è nulla di male se una persona cerca di confutare gli insegnamenti e le pratiche di un gruppo religioso che ritiene in errore”.
(Svegliatevi! 8 settembre 1997, pagina 6)

"Nessuno dovrebbe sentirsi obbligato a seguire una forma di adorazione che considera inaccettabile o a scegliere fra le proprie credenze e la propria famiglia." (Svegliatevi! Luglio 2009 p.29)

venerdì 16 ottobre 2015

Affidamento del figlio a genitore Testimone di Geova



DIRITTO

Affido del figlio senza conversioni

ROMA - Se la madre del minore, allevato con un'educazione cattolica, diventa testimone di Geova dopo la separazione, può ottenere l'affidamento del figlio solo se non lo coinvolge nella sua scelta religiosa.


La Corte di cassazione (sentenza 9546) pur ribadendo il diritto dei genitori a indirizzare i figli verso il proprio credo finché non abbiano una propria capacità di discernimento, indica un limite invalicabile a questa facoltà nell'obbligo di garantire la serenità del minore soprattutto in caso di dissidio sul modello da adottare.
Per questo la Corte di cassazione ha respinto il ricorso di una madre separata a cui i giudici di secondo grado avevano affidato il figlio imponendole però di tenerlo lontano dalla "sala del Regno" e di consegnarlo al padre, di religione cattolica, a Natale a Pasqua e in occasione del compleanno.
La Cassazione sottoscrive la decisione dei giudici di seconda istanza, che avevano dato un peso al diritto del bambino, battezzato, di condividere con i compagni modalità di vita comuni fino al momento della separazione dei suoi genitori. Una fase in cui la donna aveva cercato conforto nella nuova fede, restandone conquistata al punto da coinvolgere il figlio che, secondo i periti del Tribunale, viveva «l'angoscia di arrivare al Giudizio senza peccato per poter rinascere nel nuovo regno e di pensare il padre escluso da questa possibilità di salvezza».

Inutile il tentivo della seguace di Geova di far valere una presunta discriminazione ai suoi danni, a causa della religione, rispetto all'ex marito.
In realtà i giudici escludono che il Natale assuma un significato religioso per un bimbo di quattro o cinque anni: si tratta piuttosto di un momento «di intima comunione familiare». Il 25 dicembre va dunque celebrato perchè nel segno della continuità con il passato e allo stesso modo va festeggiato il compleanno, anche se questo non è previsto dai testimoni di Geova.
La Cassazione si schiera in ogni caso contro tutte le forme di indottrinamento precoce e intransigente, riferite a qualunque fede religiosa, che comportano il rischio di compromettere un'evoluzione equilibrata come di sviluppare l'idea di una «figura divina in termini solo persecutori e punitivi, fonte di ansia e angoscia anziché di rassicurazione».

di Patrizia Maciocchi

Tratto dal ilsole24ore a questo link




* * * * *

Stai leggendo questa pagina da un cellulare?

13 commenti:

  1. Condivido il giudizio del Giudice
    l'interesse del Giudice, è centrato tutto sul minore.
    Se uno dei genitori, desidera pure cambiare l'orientamento religioso finora percorso dal ragazzo, penso che venga sconsigliato e scoraggiato, con gli strumenti disponibili.
    Penso che si debba curare l'equilibrio del ragazzo. Poi man mano che cresce, sono scelte sue.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La Legge tutela il minore , in questo caso trovo giusta la sentenza. Questo non toglie che la mamma possa inculcare al figlio le Verità della Bibbia, stando attenta a non imporre nulla. Ci vuole perspicacia.. pazienza e rispetto.

      Elimina
  2. A quell'età ogni cambiamento è un trauma. Se un genitore modifica il suo modo di pensare, può comunicare questi cambiamenti ai figli.
    Ma se sono in tenera età, ciò va fatto gradualmente e senza traumi per il minore, a cui deve essere concessa la libertà di scelta

    RispondiElimina
  3. di recente una moglie di co mi ha detto che una ragazzina di 11 anni non deve avere diritto di scelta religiosa...deve per forza ubbidire ai genitori...ora, a prescindere da quanto ciò sia sensato, allora è dato per scontato che debba ubbidire al genitore tg...ma come mai se decide di battezzarsi come tg un bambino di 11 anni viene considerato in grado di scegliere?
    Ovviamente mi risponderanno che è stata solo un'opinione umana...ma prova a non dar retta....mobbing a gogò!

    RispondiElimina
  4. Quando "il mondo di Satana" mostra più giudizio dei "servitori di Geova" (o forse è meglio specificare... della WT).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusate ma non sono pienamente d'accordo con voi. Ok che nella wt in caso di dissenso specialmente sspesso accadono episodi o storie di mobbing e ok che spesso si è incoerenti come accennato da lelvira. Però secondo me il giudice ha seguito un ragionamento tortuoso e di parte e non nel migliore interesse del minore, anzi vedo nella sentenza una certa intolleranza verso i tdg anche se i tdw si impegnano per alimentarla. Di fatto il giudice ha promosso l'insegnamento della religione cattolica perché il minore acquisirà inevitabilmente l'usanza del natale con il suo significato e tradizioni annesse; in uno stato laico un giudice dovrebbe essere imparziale per perseguire la guustizia. Inoltre come potrebbe essere lesivo per il minore l'angoscia di arrivare al giudizio senza peccato ecc ... (e l'angoscia per l'inferno di fuoco dove la mettiamo?!) così anche la licenziosità del fai tutto quello che vuoi dio è buono perdona tutti è dannosa per il minore e lo dimostra il degrado della società umana che almeno in italia è a prevalenza cattolica. Proprio oggi sentivo uno psicologo dire che il minore o ragazzo ha bisogno di dusciplina e che gli vengano imposti dei limiti. Ciò nonostante un cattolico o di qualsiasi altra religione può senz'altro essere un bravo genitore se ragionevole, equilibrato, di buon senso e se rispetta anche i diritti e la libertà e i sentimenti dell'altro genitore nonché soprattutto i veri interessi dei figli, spece se minorenni.

      Elimina
    2. capisco il tuo punto di vista caro 000spaccato8, ma credo che come sempre il buonsenso sarebbe la via migliore, religioni e credenze a parte.
      Quando una famiglia è religiosamente divisa impuntarsi non serve a niente, e se si va in giudizio spesso si ottengono cattivi risultati. Si dice che si ottiene di più con una goccia di miele, che con una botte di aceto...parlo così nel caso in cui ci siano bambini di mezzo, ovviamente, e in questi casi sarebbe prudente evitare lo scontro diretto, a beneficio del bambino.
      Capisco che a volte non è facile, ma chi va per questi mari, questi pesci piglia...se si fa un ricorso, ci si deve aspettare che possa non essereaccettato...
      Conosco tante sorelle che hanno allevato figli equilibrati consentendo al marito di insegnare anche la sua religione ed esercitando un'influenza positiva in ogni circostanza possibile.
      Nella mia famiglia una situazione delicata non è diventata un problema serio ingoiando sì qualche rospo, ma mantenendo la calma per il beneficio dei bambini.

      Elimina
    3. Ti ringrazio, cara lelvira, per la tua risposta densa di rispetto e considerazione per il mio punto di vista. Vedo che la tua opinione ha molto peso dato che mi sembra di aver capito che hai passato situazioni simili.
      Cmq nell'esempio di cui sopra ho la netta sensazione che nessuno abbia davvero mostrato buon senso, nemmeno il giudice che forse aveva il potere per farlo. In una famiglia religiosamente divisa, lo dico per aver visto certi risultati, credo che un figlio cresciuto con equilibrio e buon senso, senza forzature, che riceva l'insegnamento religioso di entrambi i genitori con annessa vera libertà di scelta, viene proiettato nel futuro in modo da essere un adulto con apertura mentale e larghezza di vedute al di sopra della norma.
      In parole povere, una situazione difficile può essere trasformata in una di vantaggio per il minore.
      purtroppo, come tu ggiustamente affermi, in molti casi si combinano macelli.

      Elimina
    4. 000spaccato8, purtroppo il ruolo di giudice non è facile, difatti non sempre è possibile avere il buon senso, la legge è fredda e seguire dei canoni è d'obbligo. Probabilmente il giudice ha considerato che quel bambino è nato e cresciuto con l'atmosfera che si vive quando due genitori uniti praticano lo stesso credo. In sintesi, il giudice, non ha voluto intaccare quell'incantesimo che i bambini vivono in certi periodi dell'anno, mi riferisco alle feste natalizie, mi pare di capire che la mamma in seguito è diventata testimone, e non vivendo più col il marito, oltre alla sfera affettiva, erano venuti meno altri valori. Lelvira ha centrato il punto, spesso il buon senso deve partire dai genitori per tutelare e salvaguardare il bene dei figli.

      Elimina
  5. Per esperienza personale, so di cosa si parla. Onore al merito, anche dall'altra parte c'è stato buon senso, almeno con i bambini. Mi sembra che il giudice abbia pensato ai bambini, anche se ovviamente può non avere la visuale su tutto. Pare una sentenza equilibrata, ovviamente, non essendo infallibile, è possibile che non abbia tenuto conto di ogni singola cosa, ma nel complesso è stata per il bene del minore. Sarebbe bene che ognuno di noi si sforzasse di essere il più possibile equilibrato, specie quando il nostro comportamento influisce sui nostri bambini, che speriamo di fare diventare adulti equilibrati. Camelia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo che dal punto di vista wt la prendano per un sopruso...un po' di mania di persecuzione...usare i bambini come arma senza tener conto della loro serenità è il vero sopruso...questo tipo di cause sono traumatiche per i bambini contesi, e questo fa più danno di un natale festeggiato o no...

      Elimina
  6. uso questo post per parlare di questo problema.....fra i TDG esiste il problema divorzio ...nel senso ...2 TDG non vanno d accordo ( pere vari motivi ) e fanno la separazione vanno avanti e giungono al divorzio legale e per lo stato non sono più mariti e moglie , ma per la bibbia sono ancora sposati e non sono liberi per divorziare , dunque se uno dei 2 vuole rifarsi una vita , o spera che uno commetta adulterio , o deve sperare che uno muoia , vi garantisco che conosco queste situazioni al limite del ridicolo questo accade quando tutti e 2 sono ancora TDG ....allora mi viene in mente il certificato di divorzio in vigore nel antichità , che permetteva di divorziare , questo certificato è ancora valido negli stati islamici perchè il corano a differenza della bibbia permette di divorziare. Nei vangeli coranici Gesù non abolisce il certificato di divorzio e non ti mette in colpa con DIO, anche se giustamente devi fare di tutto per recuperare il matrimonio , ..perchè il certificato di divorzio ti ripara da un eventuale adulterio che significherebbe pena di morte ,in un sistema giuridico come quello islamico , meglio il divorzio che l adulterio !! che porterebbe di conseguenza alla pena di morte ...dunque il Corano usa molto più buon senso se vogliamo chiamarlo così, rispetto alla Bibbia , dove paradossalmente per liberarti del coniuge DEVI TRADIRLO.....e non voglio raccontare esperienze di alcuni che per divorziare hanno TRADITO ..poi sono rientrati . ( non certo per colpa loro ) ma per un sistema dove ti porta a non fare altrimenti.

    RispondiElimina

non è più possibile commentare questo blog, cliccare qui sotto per saperne di più

Leggi il post sulla chiusura dei commenti

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

ARCHIVIO

.

Indice Archivio blog